Ci siamo così abituati avendo a portata di mano macchine fotografiche sempre più sofisticate come quelle dei nostri smartphones, che è facile dimenticare che che solo due secoli fa la fotografia non esisteva. Alcuni ragazzini nati dopo l’invenzione dello smartphone di fatto non riescono a concepire un mondo senza Instagram e Facebook . Eppure qualcuno l’ha inventata (Henry Fox Talbot) e qualcun’altro l’ha resa grande.

Un’intera generazione di fotografi vittoriani l’ha elevata a forma d’arte in un momento in cui questo stumento era considerato appunto … uno strumento, qualcosa di puramente meccanico utile unicamenbte per documentare la realta’. Ma Julia Margaret Cameron (1815-1879), Lady Clementina Hawarden (1822-1865), Lewis Carroll (1832-1898 – sí, quello di Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie) e Oscar Gustave Rejlander (1813-1875) la pensavano diversamente e hanno cominciato a sperimentare con la fotografia come e forma d’arte.

Ma bisogna dire che, sebene interessanti siano le immagini di Rejlander , soprattutto quelle utilizzate per illustrare il trattato di Charles Darwin, The Expression of the emotions in man and animals, eleganti quelle della Hawarden o inquietanti quelle delle bambine ritratte da Carrol (il fatto che Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, fotografasse ragazzine nude ha contribuito alla tesi che fosse un pedofilo, anche se bisogna dire che le fotografie di bambini nudi erano molto comuni all’epoca e altri fotografi vittoriani si sono cimentati sul tema), ancora una volta è Julia Margaret Cameron che torreggia sui colleghi. Con il suo bianco e nero sfumato, lei è la vera visionaria e la vera artista. #VictorianGiants

Londra// fino al 2 Maggio 2018
Victorian Giants: The Birth of Art Photography
National Portrait Gallery
2018 ©Paola Cacciari
Sono fior di immagini!
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belle vero? 🙂
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che splendida foto…un viso davvero attuale che le ombre rendono così vivo! ciaoo paola
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Adoro le vecchie foto, anche quelle in bianco e nero dei nonni… 🙂 Ciao Viki!
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anche io..
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🙂
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È da notare che l’espressività di quei visi nasce proprio dalla contrapposizione di una metà in ombra e l’altra esposta alla luce.
In questo, quei pionieri hanno stabilito un precedente geniale regola ormai anche dei telesceneggiati più triti, il commissario Montalbano per esempio, non lo vedrai mai con tutto il viso uniformemente esposto…
(Non è un invito indiretto a guardare la serie…:-) )
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Adoro la serie di Montalbano e ho un debole per Zingaretti (anche se non e’ il mio tipo!) e ti confesso che qui, in terra angla ho il dvd box set delle prime due serie del mitico commissario! 🙂 E non parlaimo del fatto che ho lettotutti i libri, in italiano E in inglise (tradtto da traduttore siculo-americano bravissimo!!!)
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Sei una divoratrice… onnivora!
Gli attori, quindi Zingaretti nel novero, sono sempre perfetti, in ogni minimo dettaglio, convincenti, per il resto trovo che le serie sono gli imbattibili spot – specialmente per il pubblico estero – a favore del turismo dell’Isola.
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Pare che esistano anche i Montalbano Tours per i turisti stranieri (e comunque tra i miei collechi britannici del museo c’è un vero e proprio Montalbano fan club. Persino mia suocera (inglese fino al midollo) è una grandissima ammiratrice dello sceneggiato. E di Zingaretti, che trova affascinantissimo 😄😍
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